Quando serve la Partita IVA per aprire un negozio online (2024)

Quando serve la Partita IVA per aprire un negozio online (1)

Ci vuole una partita IVA per gli e-commerce?
Qual è il percorso burocratico corretto per aprire la partita IVA?
Se vuoi vendere online, devi averne una. Pochi sono i casi in cui questa non è richiesta e hanno tutti a che fare con l’occasionalità della vendita (e c’è anche un limite di entrate annue). Scopri in questo articolo l’iter di apertura della partita IVA per essere in regola e cominciare a vendere online.

Indice

  • Avere una società per vendere online
  • Aprire la partita IVA: l’iter burocratico
  • Il regime forfettario ha dei limiti?
  • Regime fiscale forfettario per aprire un e-commerce
  • Vendita occasionale: quando è possibile
  • Vendere sui marketplace senza partita IVA
  • Conclusioni

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In quale situazione fiscale è necessario avare la partita iva per vendere online?

Se vuoi aprire un e-commerce per vendere online devi sapere che c’è un iter burocratico da seguire molto preciso.

Non basta creare uno store con una piattaforma e caricare i prodotti in catalogo: prima devi seguire delle procedure che consentono la fatturazione di quanto incasserai.

In Italia il settore degli e-commerce è regolamentato dal Decreto Bersani (D.Lgs. 114/98) che, con l’Art. 21, mette sullo stesso piano la vendita online con le altre forme di “vendita a distanza”.

Di conseguenza, se aprirai il tuo e-commerce sarai assoggettato alle stesse regole fiscali.

🎯Clicca qui se vuoi prima leggere: Come aprire un negozio online

Avere una società per vendere online

La costituzione di una società è obbligatorio se vuoi vendere online in modo continuativo e senza vincoli di quantità.

Inoltre, bisogna essere maggiorenni e possedere dei requisiti morali e professionali.

I primi riguardano l'onorabilità del titolare di partita IVA, ovvero sono esclusi coloro che sono stati dichiarati delinquenti abituali, o professionali, o coloro che hanno riportato una condanna per il quale è prevista una pena detentiva non inferiore nel minimo a tre anni.

I secondi invece prevedono il possesso di particolari titoli in determinati casi, come per la vendita di prodotti alimentari.

Infine, chi apre una partita IVA per vendere online deve ricordarsi che, nel caso in cui ci sia uno scambio di beni e servizi acquistati e pagati online ma con consegna all'acquirente attraverso la consegna materiale, opera con un e-commerce “indiretto".

In questo caso la normativa prevede l’emissione della fattura elettronica, quando richiesta dal cliente.

Quando serve la Partita IVA per aprire un negozio online (2)

Aprire una partita IVA: iter burocratico

Per seguire correttamente il percorso burocratico per aprire una partita IVA bisogna rivolgersi ad un commercialista o all'Agenzia delle Entrate.

In alternativa è possibile farlo online, compilando il modello di inizio attività (modello AA9/12, modello AA7/10) e registrandosi a Fisconline per inviare telematicamente il modulo per aprire la partita IVA.

Infatti, come un negozio fisico, anche un e-commerce deve fare capo ad una società costituita in precedenza alla messa online del sito web.

Questo consente di fatturare tramite fatturazione elettronica.

Aprire la partita IVA ha costi zero, fatto salve le spese dei diritti di segreteria (35,50 euro) e l’imposta di bollo.

Se l'attività di vendita online diventa regolare e continuativa - come si presuppone dovrebbe essere quella di un e-commerce - allora scatta l’obbligo di aprire Partita IVA per essere in regola con il fisco.

Per farlo bisogna compilare il modello AA7/10 o AA9/12 entro 30 giorni dall'inizio effettivo dell’attività, tramite invio telematico Entratel effettuato direttamente o da soggetti abilitati o mediante Comunicazione Unica (ComUnica).

Per aprire la partita IVA è necessario individuare il giusto codice ATECO e nel caso degli e-commerce quello più indicato è “Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto via internet” (ATECO 47.91.10).

Il regime forfettario ha dei limiti?

Non tutti possono accedere al regime forfettario, perché la normativa impone alcune limitazioni.
Vuoi scoprire se tu puoi farne parte? Confrontati con un consulente fiscale per capire se hai i requisiti necessari.
Grazie alla nostra collaborazione con Fiscozen puoi ricevere una consulenza gratuita e senza impegno, compilando il form qui sotto.
Successivamente, se vorrai affidarti a Fiscozen, avrai anche 50€ di sconto sul primo anno di gestione.

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Regime fiscale forfettario per aprire un e-commerce

Una volta identificato il codice ATECO è necessario scegliere il regime fiscale.

Quello forfettario in questo momento è sicuramente il più vantaggioso, indicato per volumi di affari non molto elevati (quindi per avviare un e-commerce è più che sufficiente) in quanto consente di aderirvi a chi non supera la soglia massima di reddito di 65.000 euro annui.

Prevede infatti diverse agevolazioni fiscali, ovvero:

  • tassazione al 5% per i primi 5 anni (una percentuale che diventa poi del 15%) sul reddito imponibile (pari al 40% del fatturato);
  • esenzione IVA (questo consente di abbassare i prezzi di vendita al cliente finale ed avere un vantaggio competitivo rispetto agli altri);
  • esonero da esterometro, studi di settore, ecc.;
  • esonero da fatturazione elettronica
Un titolare di partita IVA a regime forfettario ha comunque l’obbligo di inviare il modello Intrastat per le vendite verso clienti nei Paesi UE.

Vendita occasionale: quando è possibile

Se avvii un e-commerce devi aprire la partita IVA perché diventerai un’attività commerciale a tutti gli effetti.

C’è una sola eccezione all'obbligo di apertura della partita IVA, ovvero la vendita occasionale.

Nel caso in cui vendessi online solo pochi prodotti con una frequenza non costante, allora potresti utilizzare la ritenuta d’acconto.

Ad essere esentati dall'apertura della partita IVA, infatti, sono coloro i cui ricavi non superano i 5000 euro annui al netto delle spese (in caso di servizi) mentre per chi vende prodotti non c’è un limite di quantità e i 30 giorni lavorativi.

Inoltre non devi avere collaboratori o lavoratori subordinati ma devi svolgere la produzione in prima persona.

Dovrai comunque rilasciare delle ricevute generiche, che ti serviranno al momento della dichiarazione dei redditi perché andranno dichiarate con il modello 730 o modello Unico in cui vanno riportati i seguenti dati:

  • Nome e cognome di acquirente e venditore;
  • Descrizione e prezzo del prodotto venduto;
  • Data, luogo e firma del venditore;
  • Precisazione che si tratta di una vendita occasionale;
  • Apposizione di una marca da bollo da 2 euro se l’importo della ricevuta supera i 77,47 euro.

Attenzione perché non puoi aprire un e-commerce senza partita IVA, ma devi vendere tramite altri canali.

Parliamo chiaramente di una situazione molto particolare, perchè uno store online non avrebbe senso di esistere se non per vendere con continuità e frequenza a volumi più elevati della soglia utile per la vendita occasionale. Tuttavia, se hai un progetto diverso con una scadenza temporale (ad esempio organizzi un evento o un corso di formazione una tantum) allora puoi avvalerti di questa possibilità, realizzando un e-commerce o una landing page attivi per non più di 30 giorni.

Vendere sui marketplace senza partita IVA

Non importa il marketplace, il fattore determinante per vendere senza partita IVA è sempre l’occasionalità o meno.

Devi ricordarti comunque che devi essere sempre in grado di dimostrare che la tua è un’attività occasionale: non è la quantità di beni e servizi realmente venduti a rendere un’attività occasionale, ma la propensione del soggetto a proporsi sul mercato.

Se vuoi vendere su un marketplace senza partita IVA, devi farlo regolando la tua presenza nel corso dell'anno.

Se il tuo brand è sempre presente, anche se vendi 2 volte l'anno, dovrai fare fronte ad un eventuale controllo che tiene conto del fatto che il marketplace è attivo 365 giorni all’anno, quindi non è certo qualcosa di occasionale.

Anche se li usi solo in alcuni periodi dell’anno, devi dimostrare senza ombra di dubbio che la tua è una vendita occasionale.

La modalità corretta per vendere invece su siti di annunci come eBay o Subito è quella di inserire un annuncio o il prodotto sporadicamente nel corso dell’anno perché si tratta non di un’attività commerciale bensì della cessione sporadica di qualche oggetto di proprietà, che pertanto non richiede ricevuta.

Conclusioni

Il negozio online è a tutti gli effetti un’attività commerciale che richiede l’apertura di una partita IVA.

Devi comunicare tempestivamente all'Agenzia delle Entrate l’indirizzo web del sito e-commerce, i dati dell’Internet Service Provider, l’indirizzo di posta elettronica e infine i numeri di telefono e fax.

Ci sono una serie di aspetti burocratici da considerare per operare nella massima legalità, che partono all'apertura della partita IVA con scelta del codice ATECO.

Se vuoi farlo senza partita IVA, l’unica soluzione è la vendita occasionale, ma devi dosare la tua presenza sul web e non potrai usare un sito e-commerce online tutto l’anno.

Altrimenti occorre aprirla, fare l’iscrizione alla Camera di Commercio e procedere con tutti gli step burocratici previsti.

Quando serve la Partita IVA per aprire un negozio online (2024)

FAQs

Quando serve la Partita IVA per aprire un negozio online? ›

L'apertura della Partita Iva è obbligatoria quando la vendita online non è occasionale, ma abituale e continuativa. Se vendi online su piattaforme specializzate di commercio elettronico (ad esempio i marketplace), dovrai aprire Partita Iva quando i ricavi superano i 5000 euro l'anno.

Come avere un negozio online senza partita IVA? ›

Aprire un eCommerce senza partita IVA non è possibile. La disciplina italiana, infatti, prevede che un soggetto che svolge abitualmente e in modo organizzato un'attività economica ha l'obbligo di richiedere all'Agenzia delle Entrate l'apertura della partita IVA.

Che partita IVA serve per aprire un eCommerce? ›

Per aprire partita IVA per vendere online, il codice ATECO solitamente utilizzato è 47.91.10. Scegli il regime fiscale al quale aderire: puoi optare per il regime dei minimi se hai un fatturato annuo inferiore a 65.000 euro, oppure per il regime forfettario se la tua attività rientra in determinati settori.

Quanto costa la partita IVA per un negozio online? ›

Online, dove i prezzi variano tra: ordinario: fino a 900€ all'anno. forfettario: circa 480€ all'anno.

Cosa si rischia a vendere online senza partita IVA? ›

Coloro che vendono online senza Partita IVA sono passibili sanzioni amministrative che variano da 103€ fino a raggiungere i 10.000€, ma l'importo può raddoppiare in caso di recidiva. Le norme che vengono violate in questi casi sono le seguenti: Non vengono comunicate le generalità dell'impresa.

Cosa succede se vendo su Etsy senza partita IVA? ›

Se vendi su Etsy senza Partita IVA rischi 2 tipi di sanzioni

La prima è amministrativa, che parte da 103€ e arriva a 10.000€, con l'importo che può raddoppiare in caso di recidiva. La seconda è il sequestro della merce, dei computer e dei dispositivi con cui svolgi il tuo lavoro.

Quante vendite si possono fare senza partita IVA? ›

Se vuoi vendere prodotti o servizi come privato, senza avere la Partita IVA non ci sono limiti di guadagni o di quantità. L'importante è che si tratti di un'attività di vendita occasionale e non professionale. Occasionale: la vendita deve avvenire “una volta ogni tanto”, non di frequente e non con cadenza regolare.

Quante tasse paga un eCommerce? ›

Tasse ecommerce in Partita IVA: quali e quante sono?
Scaglione di reddito% IRPEF
fino a 28.000€23%
da 28.000,01€ a 50.000€35%
oltre 50.000,01€43%

Quando scatta l'obbligo di aprire la Partita IVA? ›

Per aprire la partita Iva è necessario compilare e inviare la Dichiarazione di inizio, variazione dati o cessazione dell'attività (di seguito, Dichiarazione di inizio attività) entro 30 giorni dall'inizio dell'attività.

Quanto costa la Partita IVA ogni anno? ›

diritto annuale alla camera di commercio: da 53€ a 120€ a seconda della sezione in cui è iscritta la tua attività contributi minimi: 4.515,43€ da versare alla gestione commercianti INPS o 4.427,04€ alla gestione artigiani, indipendentemente dai tuoi incassi.

Quanto costa la partita IVA per Amazon? ›

Se vuoi fare in autonomia, pagherai circa 200€ tra bolli e iscrizione alla camera di commercio. Se ti affidi a un esperto per le pratiche dovrai aggiungere circa 300€. Quelli fissi vengono definiti ogni anno dall'INPS e per il 2023 sono pari a 4.292,42€.

Come aprire un negozio online da zero? ›

  1. Individua la tua nicchia di mercato e scegli cosa vendere online.
  2. Segui l'iter burocratico per aprire un'attività
  3. Scegli un nome per il tuo negozio online e procurati un dominio.
  4. Collega un fornitore di servizi di pagamento.
  5. Predisponi le operazioni di spedizione e consegna.
  6. Crea un tuo sito fatto per vendere.

Quanti soldi ci vogliono per aprire un negozio online? ›

Lo shopping online diretto si riferisce alla vendita mediante marketplace o piattaforme per vendere online. Bisogna disporre di una cifra compresa fra almeno 5mila euro e 10mila euro di budget, da investire in una piattaforma eCommerce, per creare il sito web e per posizionarlo sui motori di ricerca.

Come posso aprire un negozio online senza partita IVA? ›

È possibile vendere prodotti online senza essere detentori di Partita IVA solo nel caso si tratti di attività occasionale non professionale, come oggetti di seconda mano, prodotti artigianali derivanti da un'attività hobbistica, utilizzando marketplace come Facebook Marketplace, Subito.it, Kijiji.

Come dichiarare le vendite online? ›

In buona sostanza, cessioni episodiche di beni online di questo tipo non hanno rilevanza ai fini fiscali, in quanto non si tratta di un'attività abituale di tipo commerciale. Per questo motivo il reddito che ne deriva non rientra tra le fattispecie tassabili, e non deve essere inserito in dichiarazione dei redditi.

Quanto si può guadagnare online senza partita IVA? ›

Partita IVA: quando è obbligatoria

Uno dei luoghi comuni più diffusi quando si parla di lavoro online è che se non si supera la soglia dei 5.000 euro annui, allora sia possibile guadagnare senza dover aprire la partita IVA.

Su quale sito posso vendere senza partita IVA? ›

Se ci si vuole dedicare a una tipologia di commercio del genere, i siti dove vendere senza partita iva in modo comodo e semplice sono di sicuro i marketplace, specialmente le piattaforme molto frequentate come E-bay, o la sezione dedicata di Facebook, o ancora Kijiji, o Subito.

Cosa succede se vendo su shopify senza partita IVA? ›

Cosa significa? No, non puoi vendere su shopify senza Partita IVA. Se lo fai potresti incorrere in sanzioni: per mancato invio della comunicazione di apertura della partita IVA che va da un minimo di 516€ a 2.064€

Cosa succede se vendo su eBay senza partita IVA? ›

È possibile vendere su eBay oggetti usati senza partita IVA? Certamente! La vendita di oggetti usati di seconda mano come privato, ad esempio per svuotare la propria cantina o il proprio armadio, è legale e non comporta nessuna sanzione purché si tratti di un'attività personale, riguardante una vendita sporadica.

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